Intervista ad Angelo Conte

IL …CONTE DEGLI AUTORI.
            Incontro con Angelo Conte

Da alcuni mesi Matteo Becucci è, come sapete, impegnato nel suo progetto denominato “Il Canto degli Autori”, una sorta di concept-live, in cui si esibisce con un repertorio di brani che fanno parte del bagaglio culturale della nostra storia musicale, tratti dalla discografia di diversi cantautori italiani del passato e del presente, come De Gregori, Dalla, Endrigo, Cammariere e molti altri.
Ed è proprio uno dei cantautori omaggiati in questo progetto che abbiamo questa volta l’onore di conoscere per parlare con lui di quello che non sempre è visibile al pubblico, ma dietro le quinte del mondo del cantautorato.
Angelo Conte, come leggiamo nel suo sito, si approccia alla poesia dialettale sin da giovanissimo. Nei circoli letterari che frequenta sperimenta l’arte del sonetto nella maniera di Trilussa, adattando gli argomenti trattati ai giorni nostri. Presto associa la poesia e il sonetto alla musica e inizia anche a calcare le scene di alcuni teatri e a dare prova d’attore nelle pellicole di alcuni cortometraggi.
Si definisce quindi un “Cantattore”.
Attualmente, tralasciando ma non dimenticando la romanità, soprattutto quella di altri tempi, è passato ad un percorso di scrittura più italianizzato.
D.:  Questo passaggio dalla scrittura in romanesco a quella in italiano è frutto di una tua maturazione artistica o semmai della constatazione che ormai i dialetti, e quindi anche il romanesco, non hanno più un’attualità che permette di essere compresa dal pubblico?
R.: Bella domanda…diciamo entrambe le cose. Sicuramente il dialetto autentico e soprattutto lo spirito che questo incarnava non hanno più riscontro in questa società, forse scolasticamente più colta ma di certo involgarita. Io dal mio canto ho sempre inteso il dialetto in senso letterario; pensiamo ad esempio all'uso esemplare che ne ha fatto il grande regista Luigi Magni nei suoi capolavori filmici. Dall'altra parte, forse, anche il bisogno di sperimentare cose nuove, trovare una nuova veste, mi ha spinto verso un percorso cantautorale in lingua italiana.
Non si sa mai cosa c'è dietro l'angolo…anche gli scapoli incalliti a volte si sposano.
Siamo in un’era decisamente tecnologica in cui sei popolare se arrivi in TV ma anche e soprattutto se riesci ad avere milioni di visualizzazioni su YouTube e affini.
D.: Come si muove Angelo Conte nel web per farsi conoscere dal pubblico?
Che tipo di materiale audio o video è disponibile in rete?
R.: In rete ho parecchio materiale, a livello soprattutto musicale : canzoni e demo, grazie all'amico YouTube, che una chance la dà a tutti. Spesso sono versioni non ufficiali ma che comunque rendono l'idea del lavoro. In realtà non credo molto nella veridicità di questi sistemi, laddove un tormentone stupido e insipido o un cretino in mutande raccolgono migliaia di cliccate più sulla base di una curiosità  ciabattona che sull'effettivo gradimento. Si va poi incontro anche ad un'altra problematica: se chiunque può mettersi sul tubo, il tubo tende ad intasarsi e magari la chicca meritevole e anonima diventa un ago nel pagliaio.
Ma del resto, anche la democrazia non è perfetta…

La tua carriera artistica subisce una discreta svolta quando Samuele Bersani sceglie il tuo brano “Ragno” da inserire nel suo album “Manifesto Abusivo”. Il brano era richiestissimo in radio e tutt’ora è una sorta di tuo biglietto da visita.
Del resto, come recita un tuo sonetto: “Er destino, a vorte, po’ cambià semplicemente co ‘na chiave giusta”…
D.:  Cosa puoi raccontarci di questa “svolta” del destino e quanto ti ha effettivamente cambiato la vita?
R.: ahahha – grazie della citazione sapientemente scovata sul mio sito, suppongo. Beh, diciamo che dalla svolta carrieristica ci sono ancora abbastanza lontano.
Di certo la collaborazione con Samuele mi ha dato una  spinta verso il panorama musicale nazionale e mi ha fatto prendere coscienza di un fatto: che forse con la penna “ci acchiappo”  : )) -  Permane purtroppo il problema di fondo che si incontra in questo lavoro oggi : la qualità non premia.  

Se ti abbiamo conosciuto e siamo qui a parlare con te è grazie a Matteo Becucci che ha scelto questa canzone (“Ragno”; ndr) e l’ha inserita nel suo progetto live di cui parlavamo all’inizio. Hai avuto modo in questi giorni di ascoltare la sua interpretazione.
Non ti chiediamo un “giudizio” perché è normale che per un autore sentire una propria cosa fatta da un altro può essere difficile.
Tuttavia…
D.: Cosa te ne sembra di questa versione con tanto di violoncello, piano e contrabbasso e come se l’è cavata il livornese col romanesco?
R.: Non voglio fare sviolinate viscide e retoriche ma sinceramente
l'interpretazione di Matteo mi è piaciuta molto; ottimo l'arrangiamento e il cantato. Ho sentito anche qualche vago scivolamento romaneggiante nella parte del Ragno ; ) - io poi non sono per natura un geloso del mio operato e mi piace
l' idea che qualcuno lo scelga e lo tratti con rispetto. E' un onore.
Matteo in effetti ci ha in più occasioni dimostrato di applicare alla perfezione la cosiddetta tecnica del “Listen and repeat” (ascoltare e ripetere; ndr)
spaziando tranquillamente dall’ottimo inglese ad un credibilissimo  napoletano ed, evidentemente, ora anche col romanesco se l’è cavata egregiamente!
Ma parliamo ora di un mondo che vi accomuna…
Il mondo del cantautorato è una difficile strada impervia ed in ripida salita.
Tu ci provi da tanto ad affrontare questa strada, sappiamo che hai molte cose interessanti nel famoso cassetto, molti lavori e progetti in attesa di sbocco.
La discografia attuale tuttavia denota una forte mancanza di cantautori nuovi,
ovvero ce ne sono ma sono lì nelle retrovie che cercano di farsi avanti, scontrandosi spesso con la “sordità” del pubblico verso un determinato tipo di prodotto.
D.:  Citando sempre “Ragno”: “Se con l’arte nun ce magno dimme tu che cosa fare”...
Come si può lavorare da cantautori oggi, nel 2013, e con questa situazione musicale in atto, se poi di fatto non permette di vivere della propria arte?
Quali prospettive vedi per il mondo del cantautorato?

R.: Non voglio sembrare disincantato o disfattista ma allo stato attuale dei fatti la vedo brutta, brutta, brutta   :(
Se un talento non è suffragato dalla motivazione, il talento si perde; e non c'è motivazione quando esplicitamente ti viene spiegato che, se vuoi emergere,
devi “abbassare il livello“. Io penso che la tv andrebbe oscurata e le radio bombardate …. col sale grosso, perché sono contro la violenza. Alla gente spesso sfuggono i meccanismi che portano al successo certi  prodotti ; studiati a tavolino, forzati e imposti dall'alto. Del resto, il vero consenso per alzata di mano  è finito 2000 anni fa, quando in piazza  si gridò “Barabba Barabba “ - e pure quella, in fondo, non fu una scelta molto azzeccata.
Bene noi speriamo innanzitutto che questa situazione possa prima o poi cambiare, che si possa trovare spazio per chi gestisce il proprio talento non tralasciando mai la qualità e ringraziamo moltissimo Angelo Conte per la sua disponibilità e simpatia
augurandogli che possa trovare la chiave giusta come recita uno dei suoi sonetti.
Se volete approfondire la conoscenza di questo artista:
                               Angelo Conte è su: http://www.angeloconte.it
Intervista a cura dello Staff del Matteo Becucci Magazine
http://www.facebook.com/groups/becucci              http://www.matteobecuccimagazine.com